Ricordi e consapevolezza

Set 14, 2016 | Processi Psicologici

          ” A volte i ricordi diventano il presente e il presente svanisce come un ricordo lontano”

Valerio Massimo Manfredi (Idi di Marzo)

Quando i ricordi ci appaiono sbiaditi, il contesto ci aiuta a ricordare, Ducan Godden e Alan Baddeley (studiosi della memoria) hanno fatto una ricerca, nella quale hanno potuto notare che i sommozzatori che memorizzavano qualche cosa sulla spiaggia, tendevano a dimenticarlo quando erano in mare e tornavano a ricordare ciò che avevano memorizzato quando tornavano sulla spiaggia.

Questo ci dice che tornare nel contesto, nel posto dove si hanno dei ricordi è il miglior modo per ricordare, ad esempio tornare nel posto in cui si è cresciuti da piccoli; oltre ai ricordi affiorano anche i sentimenti e le emozioni.

Allo stesso modo i ricordi possono essere riattivati dall’umore, l’umore infatti può funzionare come contesto interiore, può far riportare alla memoria sfumature legate a momenti in cui eravamo dello stesso stato emotivo, ricreando gli stessi schemi di pensiero, rinnovando vecchi stati emozionali che riacquisiscono pertanto vecchie coloriture.

Spesso non ci rendiamo conto che questi meccanismi che si collegano ai ricordi possono essere inutili e dannosi, non ci rendiamo conto in quanto questo processo avviene in automatico.

Immaginiamo ad esempio di camminare su un sentiero in una giornata di sole e di vacanza e di sentirci improvvisamente tristi e giù di morale senza un motivo apparente (è una bella giornata e siamo in vacanza), pensiamo: “dovrei essere felice in questo momento, eppure non è così”, riaffiorano ricordi che non ci fanno stare sereni.

La mente nei momenti come questo appena descritto, attiva la modalità del fare, una modalità che fa parte della nostra storia evolutiva di essere umani e che ci ha permesso negli anni di sviluppare la capacità critica e la potenzialità di raggiungere degli obiettivi, tutto ciò non è sempre positivo, in particolare quando non c’è nulla di pratico da svolgere, ma c’è solo un rimuginio, ruminazione mentale che porta a distanziarsi dalla consapevolezza di ciò che accade in quel momento, la conseguenza che porta questa modalità è rimanere intrappolati nell’umore dal quale stiamo cercando di fuggire.

Si rumina per distanziarci da un ricordo, per trovare la soluzione, per evitare che quel ricordo ci prenda emotivamente e ci faccia soffrire, senza accorgersi che la ruminazione fa parte del problema e non della soluzione.

A volte l’umore che ha scatenato l’intero processo se n’è già andato, ma noi non ci accorgiamo che è svanito spontaneamente, tanto siamo coinvolti nel rimuginare al fine di tentare di sbarazzarci dello stato di sofferenza e del ricordo, creando così solo altra sofferenza.

Per affrontare emozioni quali la tristezza e i ricordi ad essa associati bisogna imparare strategie alternative. Imparare a relazionarci diversamente con i ricordi e con gli stati d’animo che ci assalgono ci permette di acquisire consapevolezza mentale o meglio presenza mentale.

Ad esempio a volte può capitare di sentirci tristi quando gli amici se ne vanno dopo una bella serata trascorsa insieme, ebbene in questi casi capita di pensare: “non dovrei sentirmi così”; come se ci fosse un modo “giusto” di essere e di sentire, quindi si coglie una discrepanza rispetto a come dovremmo o vorremmo essere, si perde la modalità dell’essere per avvicinarci alla modalità del fare, si perde presenza mentale e consapevolezza, intesa come la capacità di imparare a percepire il mondo in maniera esperienziale; evitando l’incessante cronaca dei nostri pensieri, che altro non sono se non eventi mentali che vanno e vengono, impariamo così a non soffermarci su di essi, a non ragionarci eccessivamente, a non prenderli alla lettera, solo così disattiviamo il nostro pilota automatico, distanziandoci dalla depressione per avvicinarci alla consapevolezza del momento.

Ricordandoci che, desiderare che le cose siano diverse da come sono in questo momento è l’inizio della ruminazione.

La ruminazione rende l’umore depresso e viceversa, al contrario della consapevolezza, consapevolezza che viene incrementata con l’aiuto della psicoterapia, portando a una maggior conoscenza di sè stessi, permettendo pertanto di riconoscere i propri stati emotivi ed i pensieri ad essi connessi.

                                                                                                       Psicologo Saronno e Como

 

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Articolo a cura della Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Sara Garibaldi.
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