Relazioni manipolatorie e teoria della mente

Nov 13, 2015 | Processi Psicologici

“Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”.

Johann Wolfgang Von Goethe

Un aspetto importante delle relazioni sociali è la capacità di comprendere e prevedere gli stati mentali di altre persone (compresa la capacità di riconoscere la finzione e l’inganno) per interpretarne ed influenzarne il comportamento.
La consapevolezza che le persone possono avere stati mentali (idee, intenzioni, aspettative…) diversi dai nostri e che il loro comportamento può essere previsto in base a queste idee ed aspettative, è stata definita teoria della mente (theory of mind), con il termine “mentalizing” si indica la capacità di metterla in atto.
Ad un deficit della teoria della mente sono stati attribuiti disturbi del comportamento sociale (osservati in bambini e adulti affetti da autismo).
La teoria della mente può essere utilizzata per fini positivi, dunque per relazionarsi all’altro in maniera più empatica, oppure per fini negativi, con l’obiettivo di manipolare l’altro, ad esempio mentendo, al fine di raggiungere un beneficio per sè, a prescindere dall’altro.
Molte persone non si accorgono di essere manipolate, i manipolatori infatti inizialmente si possono presentare come persone sensibili, empatiche, altruiste, interessate alle tue necessità.

Questo meccanismo viene utilizzato per entrare nel tuo spazio personale, in un secondo tempo infatti i manipolatori si rivelano con dinamiche di potere, negano di avere detto o fatto alcune cose, e per difendersi mettono in discussione le tue affermazioni e il senso di realtà, fino al punto di farti dubitare di te stesso, agiscono subdolamente rendendo l’altra persona confusa. Possono boicottare le tue iniziative, dopo avere detto formalmente di volerti aiutare, facendo sembrare il tutto involontario.
Il manipolatore cerca di avere valore e potere e lo ottiene svalutando l’altro, controllandolo, utilizzando la sopraffazione.
Può avere l’aspetto della brava persona ma dietro questa parvenza cela tratti passivo-aggressivi, utilizza critiche che non hanno alcuna attinenza con la discussione in corso, critiche utilizzate al fine di prevalere nella conversazione, critiche che spostano l’attenzione dal suo comportamento.
Le persone che diventano vittime della manipolazione emotiva sono solitamente persone che hanno: spiccata sensibilità, sono vicine ed attente ai bisogni dell’altro, fragili e insicure, che temono la solitudine, hanno paura di essere lasciate, temono di deludere l’altro e ricercano approvazione.
Nei manipolatori relazionali ci sono comportamenti contradditori: umiliazioni e svalutazioni si alternano a comportamenti di avvicinamento, atteggiamenti valorizzanti e attenzioni che mirano a ristabilire intimità e acquiescenza nella vittima.

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Articolo a cura della Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Sara Garibaldi.
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