Attrazione e Amore

Dic 11, 2015 | Biochimica

 

Felice è chi è capace di amare molto.
Ma amare e desiderare non sono la stessa cosa.
Hermann Hesse

Non è semplice comprendere l’amore, nell’amore passionale romantico avviene una riattivazione di strutture profonde di sè.

L’Amore per alcuni è legato alla biochimica, ossia all’attivazione della serotonina; per Freud è il risultato di sentimenti di tenerezza e sensualità; per Jung è alla base del processo di individualizzazione, per Galimberti è il luogo della lacerazione della natura umana, da una parte c’è il bisogno di sicurezza, dall’altra parte l’avventura, la ricerca del rischio.

Vittorio Guidano cerca di fare capire cosa accade in termini descrittivi, cerca di capire cosa accade nell’interazione, l’attaccamento spiega lo strutturarsi del senso di identità.

Ogni volta che ci innamoriamo proviamo una grande perturbazione, uno scompenso, avvengono pertanto dei cambiamenti, si provano emozioni, all’inizio non gestibili.

Essere attratti fisicamente dall’altra persona, porta il tuo corpo ad inviarti segnali, quali cambiare il tono della voce, dilatare le pupille, le mani cominciano a sudare ed il cuore a battere più forte, ma essere attratti è diverso dall’amare, nell’innamoramento si attivano le sensazioni che tu produci al momento di pensarti insieme all’altra persona.

Si possono provare oscillazioni emotive rispetto a quando la persona è presente e quando è assente.

Ciascuno ha la sua organizzazione di personalità e diversi sono pertanto i modi di amare.

L’amore attiva a livello biochimico diversi neurotrasmettitori quali: la serotonina e la dopamina.

Si va a stimolare il sistema della ricompensa, ossia quel sistema che si attiva anche quando si utilizzano sostanze stupefacenti.

La dopamina controlla il desiderio, ricordandoci le esperienze piacevoli e spingendoci a ripeterle; mentre la serotonina è responsabile dalla fase dell’innamoramento. Durante la fase dell’innamoramento profondo c’è una fissazione verso la persona amata, quindi come avviene nelle ossessioni, si riducono i livelli di serotonina.

Non dimentichiamoci inoltre il ruolo dell’ossitocina, chiamato “ormone dell’amore”, più due persone si scambiano effusioni, si dimostrano affetto, più il legame si rinforza, più aumenta l’ossitocina, a quel punto il rapporto diventa durevole, anche grazie agli oppioidi endogeni, quali l’endorfina.

Osservare il volto del partner porta ad attivare le stesse zone cerebrali coinvolte in reazioni emozionali di piacere, quali l’Amigdala ed il Nucleus accumbens; mentre se vediamo il nostro partner soffrire si attiva la Corteccia del cingolo, la stessa area che si attiva quando proviamo dolore; pertanto l’empatia risulta essere una delle variabili coinvolte nell’innamoramento.

Crescono noradrenalina e feniletilammina, creando uno stato di ebbrezza simile a quello provocato dalle anfetamine.

Per quanto riguarda l’Amore questa spiegazione biochimica non è sufficiente, c’è qualche cosa di altro, difficilmente limitabile alla biochimica dell’attrazione, più profondo e legato a “schemi d’amore” che  ci portiamo dietro dall’infanzia e dalle esperienze della vita e dell’anima.

 

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Articolo a cura della Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Sara Garibaldi.
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