“Quando il fiore si dischiude e lancia il suo polline non crea delle assenze ma intensifica la sua presenza”.
Nella nostra cultura rispetto ai bambini, si tende a censurare tutto ciò che appartiene all’esperienza della malattia e della morte.
Fino a poco tempo fa si pensava che i bambini non dovessero essere toccati dall’esperienza del lutto, mentre oggi si sa che non è così. Il bambino ha meno strumenti per fronteggiare la perdita, al contrario dell’adulto, che deve pertanto diventare di supporto per il bambino, dando importanza all’evento stesso, considerando anche il suo punto di vista emotivo.
Certamente la perdita di un genitore è tra le esperienze più dolorose che si possano incontrare.
Talvolta il desiderio del genitore scomparso può portare ad immaginarselo o riconoscerlo in qualche altra persona, arrivando infine a costruire l’immagine del genitore dentro di sè; la perdita è irrecuperabile ma l’immagine mentale permane e si modifica nel tempo a seconda della fase di crescita.
Nel bambino ci può essere un senso di colpa, che lo può portare implicitamente a pensare di essere responsabile del fatto, potrebbe ritenere di avere fatto arrabbiare il genitore ed essere responsabile della sua morte o semplicemente sentirsi in colpa rispetto al fatto di essere sopravvissuto al genitore.
Importante è che la famiglia prepari il bambino al lutto.
Molte famiglie tendono a non parlare con il bambino della malattia o morte del genitore, spesso perchè frastornati e impauriti essi stessi, tendono a non parlare della morte del genitore che sta per sopraggiungere e della morte sopraggiunta.
Mascherare la verità non permettendo di vedere il genitore malato in ospedale o non facendo partecipare il bambino ai funerali, porta ad un senso di smarrimento, da parte del bambino che vive un abbandono improvviso.
La famiglia non essendo preparata al dolore e alla sofferenza, pensa che il silenzio sia la soluzione, in realtà in questo modo non lo si fa confrontare con la realtà dei fatti, si inibisce una sana curiosità, lo si porta a perdere fiducia nei propri familiari.
Bisogna sempre ricordarsi che il bambino vive i cambiamenti familiari ed affettivi, i genitori dovrebbero potersi confrontare con il bambino, consentendogli così di esprimere i propri sentimenti, rielaborando il fatto.
Solo così imparerà ad accettare il dolore, a maturare, a comprendere che i propri sentimenti sono importanti e si possono esprimere, altrimenti il lutto si trascina nella vita, investendo anche le generazioni successive.
Il lutto e la cultura familiare: accettazione del dolore e maturazione.
Articolo a cura della Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Sara Garibaldi.
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